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Ancelotti: “Siamo molto carichi. È la partita più importante del calcio mondiale”

Il tecnico del Real Madrid ha analizzato la finale di Champions in occasione dell’UEFA Open Media Day. 

Davanti ai microfoni a Valdebebas, in uno spazio di 40 minuti, il tecnico italiano ha voluto fare un’analisi approfondita della finalissima che vedrà la sua squadra opposta al Liverpool questo sabato (ore 21, La1 e Movistar Liga de Campeones) allo Stade de France di Parigi. Un’analisi in cui ha fatto trapelare tutto l’entusiasmo e la responsabilità che sente in vista della grande serata di Champions, senza tuttavia lasciarsi andare a ossessioni o euforie. 

“Prepariamo la partita con tranquillità, concentrandoci su ciò che dobbiamo e vogliamo fare. C’è grande carica e motivazione. Giochiamo il match più importante del calcio mondiale, e daremo tutto ciò che abbiamo. Questo club ha vinto tanto, e i nostri tifosi sono orgogliosi di questa squadra. Ma lo siamo anche noi, che siamo dentro, e ne godiamo moltissimo”, ha confessato Ancelotti. 

Competitività

“Ora l’imperativo è godersi il momento e preparare bene la partita. La squadra è tranquilla, c’è una buona atmosfera: ovvio che la tensione aumenterà sempre di più man mano che ci avvicineremo all’incontro. Ogni anno, il livello in Europa è sempre più alto. Ci sono molte squadre che puntano a vincere la Champions. Giocare una finale è già una vittoria, vista la concorrenza che dobbiamo affrontare. Il fatto che, negli ultimi 8 anni, il Real Madrid sia arrivato diverse volte in finale è già un successo, e ora abbiamo la possibilità di vincerne un’altra.

È più difficile vincere la Liga o la Champions?

“Vincere è sempre difficile, che sia la Liga o la Champions, due competizioni molto diverse. In Champions non puoi sbagliare, mentre in campionato hai sempre la possibilità di recuperare qualche sconfitta”.

Il Real Madrid merita di vincere?

“Sì, meritiamo di vincere la Champions, è per questo che siamo in finale. Abbiamo meritato di arrivare in finale per quanto fatto nelle fasi a eliminazione diretta, soprattutto per l’impegno profuso. Pur non mostrando una qualità eccezionale, nessuno è riuscito a batterci in termini di impegno e motivazione. Questo non basta a vincere la Champions: bisogna giocare bene e mostrare lo stesso impegno e motivazione anche in finale”.

 Qual è il momento peggiore prima della finale?

“Personalmente, il momento più complicato sono le 3-4 ore prima del match. È proprio un malessere fisico. In questa stagione l’ho avvertito un po’ di più, con un aumento della sudorazione e del ritmo cardiaco. Il tutto condito da pensieri negativi. Per fortuna, però, al fischio d’inizio passa tutto”.

 Essere il primo tecnico a vincere quattro Champions

“Sarebbe un grande successo per me, ma so che è una finale e tutto può succedere. Non ho una particolare ossessione per i miei titoli personali”.

Oggi sono esattamente otto anni dalla Decima

“Se devo confrontare la vigilia del 2014 con questa, allora avevo molta più pressione. Il Madrid veniva da molti anni senza vincere la Champions. Ora l’ambiente madridista è altrettanto motivato, ma con meno ossessione, e questo può essere un vantaggio per noi”.

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